La Significant Reduction Exception (“SRE”): un progetto fallito

Sono passati quasi 5 mesi da quando il Segretario di Stato statunitense Michael R. Pompeo – in data 5 novembre 2018 – ha annunciato tra la sorpresa generale in Italia che il nostro paese sarebbe rientrato tra i Paesi beneficiari della SRE (ovvero la possibilità di continuare a importare dall’Iran limitate quantità di petrolio per ulteriori sei mesi).

Parallelamente, l’OFAC aveva prospettato la possibilità di trasferire i corrispettivi per l’acquisto di petrolio nel regime di SRE all’interno di uno special purpose account in un ente creditizio italiano, presso il quale avrebbe potuto essere poi addebitato il prezzo di separate operazioni di esportazione da parte di entità italiane verso l’Iran.

Sembrava trovata una nuova (seppur temporanea) chiave per consentire un po’ di operatività con l’Iran dopo l’archiviazione ingloriosa del veicolo di Invitalia e mentre il veicolo europeo lanciava i primi (inutili) vagiti da Parigi.

Peccato che a circa un mese dalla scadenza del regime di SRE, non è stata ancora registrata l’apertura del conto speciale e pare ciò non accadrà mai.
Nonostante le attese di tutti e gli articoli entusiastici nella stampa anche specializzata, il progetto può intendersi oggi sostanzialmente fallito.