In data 15 ottobre 2019, gli State Attorneys del Southern District of New York hanno annunciato, mediante comunicato pubblico (cfr. https://www.justice.gov/usao-sdny/pr/turkish-bank-charged-manhattan-federal-court-its-participation-multibillion-dollar), di aver aperto un’inchiesta nei confronti della TÜRKİYE HALK BANKASI A.S. (aka ‘Halkbank’). I capi di accusa contestati sono di frode, riciclaggio di fondi illeciti e violazione della normativa sanzionatoria USA verso l’Iran. Gli elementi su cui è fondata l’accusa provengono dal processo che ha visto coinvolto (e condannato) il vicedirettore generale della banca turca.
La banca avrebbe creato (tra il 2012 e il 2016 circa), con il supporto di funzionari governativi turchi, incluso l’allora primo ministro Erdogan, un articolato schema volto ad aiutare l’Iran a eludere la normativa sanzionatoria USA, immettendovi illecitamente circa 20 miliardi di dollari. Secondo le accuse, un imprenditore turco-iraniano, Reza Zarrab avrebbe corrotto un ministro turco (pagando decine di milioni di dollari) che avrebbe convinto Halkbank a tenere i soldi iraniani derivanti da operazioni collegate ai settore dell’oil & gas su propri conti; in particolare, vi sarebbero stati ingenti depositi presso i conti della banca di entità come la Banca Centrale Iraniana, la National Iranian Oil Company – NIOC, e la National Iranian Gas Company.
Precisiamo che, allo stato attuale, la banca non è sottoposta a sanzioni/restrizioni, dovendosi attendere l’esito del processo in corso. In passato primari istituti finanziari non statunitensi sono stati coinvolti in procedimenti analoghi che, in molti casi, si sono conclusi con accordi transattivi.