In un contesto estremamente fluido dove gli eventi si susseguono di ora in ora così come le decisioni degli organi politici e amministrativi, cerchiamo di fare il punto sullo stato dell’arte alle 9:00 del mattino di oggi 3 marzo in tema di normativa finanziaria e valutaria russa.
Occorre premettere che molte decisioni della Banca Centrale russa sono prese con circolari interne non pubblicate, per cui è anche complesso averne chiara contezza.
- Risulta essere imposta una commissione di cambio del 30% sulle operazioni di conversione di rubli in valuta straniera
- Risulta bloccato il trasferimento di valuta all’estero per importi superiori a 10.000 USD da parte di società residenti (comprese le filiali di società straniere) se destinati a conti propri esteri
- Pare ancora consentito il pagamento di fatture di merce importata
- Le società residenti in Russia non possono effettuare finanziamenti a prenditori esteri
- Non risultano ancora attivati circuiti alternativi di comunicazione interbancaria per le banche escluse da SWIFT, ma verosimilmente ciò accadrà a breve (chiavi telegrafiche)
- Tasso di sconto al 20%
- Tutti i pagamenti in valuta estera introitati da società russe devono essere convertiti in rubli al tasso ufficiale di cambio per almeno l’80%
Aggiungiamo che il clima particolarmente plumbeo che è calato su Mosca, con code lunghissime agli sportelli delle compagnie aeree che ancora operano voli civili in uscita dalla Russia, si nutre di indiscrezioni sulla possibile declaratoria dello stato di guerra, con le conseguenze che questo potrebbe avere sulle limitazioni alla libertà di espressione e di movimento, oltre alla possibile chiamata alle armi dei coscritti (molti russi stanno cercando di far espatriare i figli giovani). Il tutto mentre sempre più numerosi siti di informazione liberale vengono oscurati.