Nonostante la proposta di ridurre il campo di applicazione del Regolamento (UE) 2023/956 (c.d. Regolamento CBAM) a chi importa annualmente almeno 50 tonnellate di prodotti soggetti a CBAM, la Commissione Europea sembra intesa ad ampliare il quadro regolatorio del meccanismo estendendolo a nuovi prodotti nonché a continuare attraverso nuovi strumenti il contrasto alla rilocalizzazione degli stabilimenti produttivi. Di seguito, le principali novità.
Dal 1° luglio 2025 è aperta una consultazione pubblica volta a raccogliere osservazioni da parte di aziende, associazioni, ONG, istituzioni accademiche e autorità pubbliche sui seguenti temi:
- Estensione del CBAM ai “prodotti a valle”, ossia quei prodotti che si trovano più in basso nella catena del valore rispetto a quelli attualmente coperti dal CBAM, in particolare quelli ad alta intensità di acciaio e alluminio, come previsto dall’European Steel and Metals Action Plan. Tale misura ha l’obiettivo di prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio a valle, ossia il rischio che la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio si sposti verso fasi successive della catena di approvvigionamento.
- Introduzione di misure anti-elusione volte a contrastare pratiche che mirano ad aggirare gli obblighi previsti dal CBAM, senza che vi sia una sufficiente motivazione o giustificazione economica, se non quella di eludere di fatto la normativa.
- Adeguamento delle regole per il settore elettrico, alla luce delle criticità emerse sull’uso dei valori predefiniti e sulle condizioni per l’utilizzo delle emissioni effettive. Infatti, La regola principale per il calcolo delle emissioni dell’energia elettrica, a differenza del resto delle merci, è di fare riferimento a un valore predefinito. Tale metodologia limiterebbe il riconoscimento degli sforzi di decarbonizzazione dei paesi terzi.
I contributi possono essere inviati entro il 26 agosto 2025 al seguente link.
La Commissione ha inoltre annunciato l’intenzione di introdurre, entro fine 2025, una misura specifica per mitigare il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio per i beni prodotti nell’UE nei settori soggetti al CBAM, destinati all’export, in vista della graduale eliminazione delle quote gratuite ETS dal 2026 al 2034.
L’obiettivo è quello di garantire parità di trattamento tra beni UE esportati, beni importati e beni distribuiti sul mercato interno.
Tale misura dovrebbe essere operativa per un periodo inizialmente definito, con una revisione prevista dopo l’entrata in vigore della riforma dell’ETS del 2026.
Lo Studio Legale Padovan, grazie alla consolidata esperienza maturata sin dall’introduzione del CBAM, è a disposizione delle imprese per fornire assistenza nella partecipazione alla consultazione pubblica e per fornire supporto strategico in relazione agli sviluppi più recenti della normativa.