Tra le misure che il Consiglio dell’Unione europea ha adottato il 21 luglio, inasprendo le sanzioni economiche esistenti nei confronti della Russia, due novità sono di sicuro rilievo per il mondo bancario.
In primo luogo, il Consiglio ha ampliato l’ambito di applicazione del divieto, previsto dall’articolo 5 ter, paragrafo 1, del regolamento 833/2014, di accettare depositi di cittadini russi, di persone fisiche residenti in Russia e di persone giuridiche, entità o organismi stabiliti in Russia se il valore totale dei depositi della persona fisica o giuridica, dell’entità o dell’organismo è superiore a 100.000 euro per singolo istituto bancario. Tale divieto viene ora esteso ai depositi di persone giuridiche, entità o organismi non russi (stabiliti in paesi terzi) posseduti direttamente o indirettamente per oltre il 50% da cittadini russi o da persone fisiche residenti in Russia; ciò di fatto determina, per gli istituti bancari, la necessità di acquisire una dichiarazione sulla residenza dei titolari dei conti di società non europee al momento dell’apertura dei conti e poi nella gestione degli stessi, se superiori a 100.000 euro.
Ancora, il Regolamento 2022/1269 del 21 luglio, modificando il regolamento (UE) 833/2014, subordina alla previa autorizzazione da parte dell’autorità nazionale competente, in deroga al divieto, l’accettazione di depositi (nonché la fornitura di servizi di portafoglio, conti o custodia di cripto-attività) dei soggetti e delle entità menzionati sopra, ovvero dei soggetti russi oppure delle entità non russe ma possedute da cittadini russi o soggetti residenti in Russia, a condizione che i depositi o i servizi siano necessari per gli scambi transfrontalieri non vietati di beni e servizi tra l’Unione e la Russia.