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Si sono tenuti gli Stati Generali dell’International Trade Compliance

Studio Legale Padovan

La seconda edizione degli Stati Generali International Trade Compliance (SGITC), tenutosi presso il Centro Congressi Fondazione Cariplo di Milano il 29 e 30 settembre 2025, ha affrontato il tema: “Le imprese nel mondo dei nuovi (dis)equilibri globali”. Definisce questo incontro Marco Padovan, fondatore dell’omonimo studio legale che gli ha dato la luce, come “un forum indispensabile per le imprese e gli operatori del settore. In un’era di frammentazione globale e crescente regionalizzazione dei valori, la compliance non è più un mero costo, ma un asset strategico per la resilienza e la competitività”.

L’evento è stato mosso dalla centralità della trade compliance in un contesto globale in continua trasformazione nel quale l’evoluzione delle catene del valore sta mettendo in discussione sicurezza e prosperità, rendendo sempre più complesse le regole del commercio internazionale ed esponendo così le aziende a nuove tipologie di minacce, che richiedono strumenti di controllo sempre più strutturati e codificati. L’UAMA, Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento, svolge allora un ruolo cruciale occupandosi di sanzioni economiche commerciali e autorizzando le esportazioni di materiali d’armamento e beni a duplice uso, così configurandosi come un facilitatore del commercio.  

Una prima sessione è stata dedicata ad un elemento centrale non solo del commercio internazionale ma dell’intero scacchiere geopolitico mondiale: l’impatto della nuova amministrazione USA sulle relazioni tra Unione Europea e Stati Uniti, con attenzione ai risvolti politici ed economici sulle imprese, e al ruolo della NATO delle istituzioni nazionali ed europee nel dialogo con Washington, anche in riferimento al posizionamento della Presidenza Trump nei principali scenari internazionali, dalla guerra in Ucraina alle sanzioni sul petrolio iraniano.

La seconda, invece, ha avuto ad oggetto il tema della sicurezza europea tra export control, sanzioni e riarmo, nell’avvertita necessità di ridisegnare le regole relative a export control, sanzioni, materiali d’armamento e prodotti a duplice uso, di discutere il coordinamento tra Stati membri e Bruxelles, di valutare i meccanismi anti-elusione e l’impatto delle sanzioni su Russia e Iran, oltre alle nuove liste di controllo sui beni a duplice uso e agli obblighi di due diligence introdotti a livello europeo.

Il tema delle barriere ha caratterizzato la terza sessione plenaria, che ha fatto emergere l’importanza strategica del momento doganale, evidenziando come una pianificazione accurata possa tradursi in significativi risparmi di tempo e costi, con l’invito alle imprese ad adottare accorgimenti per mantenere un controllo contrattuale più forte su spedizionieri e trasportatori, ridurre i rischi di elusione delle sanzioni economiche e orientare le spedizioni verso canali logistici più sicuri, in un contesto globale segnato da crescenti complessità nei trasporti.

L’ultima sessione si è focalizzata sulle imprese e la necessità di effettuare strategia e pianificazione a breve, medio e lungo termine, alla luce dell’evoluzione del quadro sanzionatorio e dei programmi di conformità.

I lavori sono stati approfonditi dai numerosi workshop, che hanno permesso a istituzioni e imprese, addetti ai lavori ed esperti di confrontarsi nel merito evidenziando problemi e offrendo soluzioni: un’occasione di importanza realmente strategica, visto il contesto che stiamo vivendo, e che rende il format degli Stati Generali International Trade Compliance un unicum anche a livello internazionale.

L’onorevole Giorgio Silli, sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (MAECI), ha commentato: “La centralità della trade compliance non è più un tema per pochi addetti ai lavori ma riguarda tutti, perché incide direttamente sulle relazioni economiche e politiche internazionali. Il futuro del commercio internazionale non dipenderà soltanto dall’innovazione dei prodotti e servizi né solo dalla capacità di proteggere le filiere strategiche, ma anche e soprattutto dall’impegno a garantire regole comuni, trasparenti e rispettate”. “Le discussioni di questi due giorni hanno messo in luce la necessità per le aziende di integrare pienamente la gestione del rischio geopolitico, l’etica e la sostenibilità nelle proprie strategie di International Trade Compliance. Ringraziamo tutti i relatori e i partecipanti per il contributo di altissimo livello che ha reso possibile questa seconda, fondamentale, edizione”, ha concluso Padovan.

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