COMMISSIONE UE: PROPOSTO UN REGOLAMENTO CONTRO LE MISURE DI COERCIZIONE DA PARTE DI PAESI TERZI

In data 8 dicembre 2021, la Commissione europea ha presentato al Parlamento e al Consiglio la proposta di Regolamento COM (2021) 775 (link) con l’obiettivo di definire un quadro legislativo che consenta all’Unione europea, nel rispetto degli impegni presi a livello internazionale, di adottare adeguate contromisure in risposta all’uso della coercizione economica da parte di altri Stati. 

In tal senso, il testo definisce come “coercizione economica” una situazione in cui un paese terzo cerchi di esercitare pressioni sull’Unione o su uno Stato membro affinché compia una determinata scelta politica, anche applicando o minacciando di applicare misure che incidono sugli scambi di beni o sugli investimenti.

Secondo la Commissione, l’obiettivo della proposta è quello di delineare una procedura che consenta di identificare e adottare le misure più appropriate per dissuadere altri paesi dal mantenere tali azioni coercitive. 

Nello specifico, il documento prevede che la Commissione possa avviare indagini volte a verificare e determinare se sussistano coercizioni economiche in atto da parte di un Paese terzo contro l’UE o uno Stato membro. 

Laddove vi sia una determinazione in tal senso, la Commissione dovrà agire seguendo due fasi: in primis, sarà necessario avviare tempestivamente un contraddittorio con il paese terzo per tentare, in sede negoziale, di ottenere la cessazione delle azioni coercitive; in caso di esito negativo, la Commissione sarà legittimata ad adottare una o più delle misure restrittive che saranno elencate nell’allegato I del Regolamento quadro. 

Per motivi di urgenza, è in ogni caso prevista la possibilità di adottare misure immediate, che tuttavia avranno una efficacia massima limitata a tre mesi. 

Sebbene il testo dell’allegato contenente le misure non sia ancora disponibile, si osserva che, tra le azioni che l’UE adotterà in risposta alla coercizione economica, possono immaginarsi divieti o restrizioni al commercio di beni nonché limitazioni ad effettuare transazioni finanziarie con i Paesi terzi coinvolti, ovvero con persone a questi collegati.

Il documento proposto dalla Commissione è stato concepito dopo ampie verifiche e consultazioni con gli stakeholder, a cui lo Studio Legale Padovan ha partecipato attivamente, presentando le proprie osservazioni, insieme ai colleghi della rete European Association of Trade & Investment Control Compliance Attorneys [AT+ICA]. Il testo della proposta dovrà ora essere discusso ed eventualmente approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio.