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VIOLARE LE SANZIONI DIVENTERÀ REATO EUROPEO: PROSEGUE L’ITER LEGISLATIVO UE

Studio Legale Padovan

Il Consiglio dell’UE, in data 28 novembre, ha adottato la Decisione (UE) 2022/2332, che prevede che la “violazione di misure restrittive dell’Unione” sia aggiunta all’elenco delle sfere di criminalità dell’Unione (“EU Crimes”). Le aree di criminalità attualmente elencate nell’articolo 83 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) comprendono il terrorismo, la tratta di esseri umani e la corruzione.

L’obiettivo della decisione è quello di garantire che le sanzioni adottate dall’UE contro la Federazione Russa successivamente all’invasione dell’Ucraina siano pienamente attuate e che a tal fine siano previste all’interno di ogni Stato membro norme minime relative alla definizione dei reati e delle sanzioni per la violazione delle misure restrittive dell’UE.

La decisione si basa sul presupposto che, ad oggi, gli Stati membri prevedono sanzioni differenti in risposta alla violazione delle misure restrittive e ciò potrebbe comportare diversi gradi di applicazione di tali sanzioni. I divari tra gli Stati membri dell’UE comprendono la caratterizzazione della violazione delle misure restrittive dell’Unione come illecito penale, amministrativo e/o penale o anche solo amministrativo.

In particolare, la normativa nazionale di riferimento per le restrizioni soggettive è il D.lgs. 109/2007, che prevede, nel caso di violazione di tali restrizioni, una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000,00 a euro 500.000,00, salvo che il fatto costituisca reato.

Nell’ambito delle restrizioni di carattere oggettivo/merceologico vige il D.lgs. 221/2017 che prevede, inter alia, la reclusione da 2 a 6 anni per l’esportazione di prodotti la cui esportazione sia vietata (e quindi non autorizzabile) o la fornitura di assistenza tecnica o di servizi di intermediazione in relazione ai prodotti medesimi.

La decisione del Consiglio UE non produce di per sé effetti giuridici per gli operatori commerciali e finanziari: spetta infatti ora alla Commissione europea presentare una proposta di direttiva, che dovrà essere successivamente discussa e adottata dal Consiglio e dal Parlamento europeo. Nello specifico, la direttiva potrebbe qualificare come reato le seguenti condotte: “azioni o attività volte ad eludere, direttamente o indirettamente, le misure restrittive, anche occultando beni; il mancato congelamento di fondi appartenenti a, o posseduti o controllati da una persona o entità designata; attività commerciali quali l’importazione o l’esportazione di merci soggette a divieto di scambi”. Se la direttiva sarà adottata, il suo contenuto dovrà essere infine attuato da parte degli Stati membri UE.

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