I. La Corte Federale sospende la sentenza USCIT: i dazi restano in vigore
In data 10 giugno, la United States Court of Appeals for the Federal Circuit ha emesso un ordine (n. 2025-1812) con cui ha accolto la richiesta avanzata dal Governo degli Stati Uniti d’America di sospendere temporaneamente gli effetti della pronuncia della United States Court of International Trade (“USCIT”), che aveva bloccato l’applicazione di determinati Ordini Esecutivi con i quali erano stati imposti dazi doganali.
Come illustrato in un precedentepost, con la sentenza del 28 maggio 2025 (Court Nos. 25-00066 & 25-00077), la United States Court of International Trade aveva dichiarato l’invalidità di tre ordini esecutivi emessi dall’amministrazione Trump – l’E.O. 14193 e l’E.O. 14194 (dazi “fentanyl” contro Canada e Messico) e l’E.O. 14257 (dazi “reciproci”) – in quanto adottati in violazione dell’International Emergency Economic Powers Act (“IEEPA”). Nella medesima sentenza, la USCIT aveva ordinato l’adozione, entro 10 giorni dalla pubblicazione della decisione, delle misure necessarie a dare attuazione alla pronuncia di invalidità. Tale termine sarebbe scaduto l’8 giugno. Tuttavia, a seguito dell’ordine emesso il 29 maggio 2025, la Corte d’Appello aveva già disposto una sospensione provvisoria degli effetti della sentenza, in attesa della ricezione delle memorie difensive da parte delle parti, fissata per il 9 giugno.
Con il nuovo ordine del 10 giugno, la sospensione è stata dunque confermata dalla Corte in via formale, stabilendo che – in attesa di pronunciarsi nel merito – i dazi possono tornare ad essere riscossi, almeno fino alla decisione finale nel merito della controversia. La Corte ha disposto che il procedimento d’appello prosegua con calendario accelerato, con udienza fissata al 31 luglio 2025.
II. Stati Uniti e Cina: raggiunto un quadro d’intesa sui dazi
Al termine di due giorni di negoziati a Londra, Stati Uniti e Cina hanno raggiunto un principio d’intesa su un accordo quadro commerciale,sulla gestione e attuazione degli accordi commerciali raggiunti nelle ultime settimane. Tuttavia, l’intesa dovrà ora essere sottoposta all’approvazione dei rispettivi capi di Stato, Donald Trump e Xi Jinping.
Secondo quanto riferito dai rappresentanti di entrambe le delegazioni, il nuovo quadro d’intesa mira a tradurre in misure concrete gli impegni già presi a Ginevra lo scorso mese, di cui avevamo parlato in un precedente post. L’obiettivo è rafforzare la cooperazione bilaterale e ridurre le tensioni che hanno messo sotto pressione le filiere industriali globali. Uno dei punti centrali è la rimozione delle restrizioni cinesi sull’export di terre rare verso gli Stati Uniti.
Tra gli elementi principali emersi dall’incontro, si segnala che:
- Le due parti hanno concordato un alleggerimento reciproco delle restrizioni all’export, con particolare attenzione alle tecnologie critiche e ai materiali strategici.
- La Cina ha accettato di riprendere le forniture di terre rare e magneti agli Stati Uniti, considerati elementi essenziali per l’industria americana.
- Gli Stati Uniti, da parte loro, valuteranno la revoca progressiva delle misure restrittive introdotte in risposta al blocco cinese delle terre rare.
- Washington manterrà tuttavia le restrizioni sui microchip più avanzati, in particolare quelli utilizzati nei sistemi di intelligenza artificiale.
- Gli Stati Uniti consentiranno nuovamente l’ingresso di studenti universitari cinesi, dopo settimane di tensione sui visti accademici.
- Entrambe le delegazioni si sono impegnate a rafforzare il dialogo, rispettare gli impegni assunti e dare prova di buona fede attraverso azioni concrete.
Il quadro delineato a Londra rappresenta un importante passo verso la de-escalation dopo mesi di tensioni e potrebbe segnare una svolta nei rapporti economici tra le due potenze. Restano però da verificare nei fatti l’efficacia e la reale volontà di attuazione degli impegni presi.
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