13 ottobre 2017
Il presidente degli USA ha svelato oggi la nuova strategia della sua amministrazione sull’Iran, consultabile dal sito della Casa Bianca https://goo.gl/4FPyDk.
Tra i punti salienti della strategia, è possibile evidenziarne tre che potranno avere maggiore impatto sulle normative statunitensi in tema di export control e sanzioni economiche:
- La forte presa di posizione nei confronti del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), ritenuto responsabile, tra l’altro, di supporto al terrorismo e di destabilizzazione del quadro geopolitico in medio oriente;
- Il contrasto alle violazioni di diritti umani da parte del regime iraniano;
- La valutazione sull’accordo JCPOA.
Si tratta, nel caso dei primi due, di indirizzi che hanno avuto una prima attuazione con l’inserimento nella SDN List di tre entità iraniane e di una entità cinese per il supporto da queste fornito all’IRGC. Inoltre l’IRGC, che già figurava nella SDN List, è stato indicato come entità che supporta il terrorismo ed è quindi soggetto a misure ancora più stringenti (es. non sono possibili comunicazioni personali, donazioni di carattere umanitario, materiale informativo, viaggi).
È poi prevista l’adozione di misure restrittive supplementari nei confronti di persone fisiche non statunitensi ritenuti agenti, ufficiali o affiliati dell’IRGC, che verranno definite a partire dal 31 ottobre 2017. OFAC ha pubblicato un comunicato stampa e tre nuove FAQs che illustrano le misure aggiuntive adottate e da adottare nei confronti relativamente all’IRGC.
Quanto al JCPOA, dalla cui tenuta o meno possono derivare importati conseguenze operative anche per gli operatori economici europei, il presidente ha indicato numerosi aspetti che lo fanno ritenere inadeguato all’obiettivo perseguito, nonché, al momento, in parte violato dall’Iran. Di conseguenza, ha confermato che non certificherà il rispetto del JCPOA da parte iraniana, lasciando al Congresso statunitense il compito di decidere in ultima istanza sul destino dell’intesa. Ha annunciato in proposito che proporrà al Congresso e agli alleati una serie di misure destinate ad aumentare la pressione sull’Iran e limitare il potenziale sviluppo nucleare e missilistico del paese. Tra le proposte al Congresso, l’inserimento nella normativa statunitense di circostanze predeterminate, che farebbero scattare automaticamente le sanzioni, ad esempio nuovi test missilistici.
È poi prevista la proposta di cristallizzare le misure statunitensi relative alla proliferazione nucleare iraniana, al fine di renderle permanenti, facendo venire meno la ‘road map’ prevista nel JCPOA che prevede la decadenza di tali sanzioni secondo successive fasi temporali (c.d. “sunset clause”). L’intero speech del presidente degli Stati Uniti è ascoltabile al seguente link: https://goo.gl/hfLCZ5.
La maggiore incognita sul futuro del JCPOA è, inoltre, nella netta affermazione da parte del presidente circa la sua intenzione – qualora non si raggiungesse un accordo con il Congresso e con gli alleati su tali misure aggiuntive – di cancellare del tutto il JCPOA, essendo la scelta sulla partecipazione degli Stati Uniti all’accordo, in ultima istanza, una prerogativa presidenziale.
In proposito sarà interessante registrare la posizione del Consiglio dell’Unione europea, che ha la valutazione del JCPOA come primo punto in agenda nella riunione del prossimo 16 ottobre 2017. È facile prevedere che non sarà diversa da quella espressa, a stretto giro rispetto alle novità giunte dagli USA, dall’Alto Rappresentante per l’Azione Esterna, che difende, in maniera considerevolmente decisa, la bontà e l’importanza dell’Accordo, aprendo probabilmente la strada a un più marcato disallineamento sul tema dei rapporti con l’Iran tra gli ordinamenti UE e USA (si leggano i remarks dell’Alto Rappresentante al seguente link: https://goo.gl/EWnEJU.
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