Il 4 giugno 2018 è entrata in vigore la legge russa n. 441399-7, nota come “Counter Sanctions Law”. Si tratta di una legge-quadro che attribuisce al presidente ampi poteri in materia di misure restrittive applicabili nei confronti di soggetti appartenenti ai cc.dd. “paesi non amichevoli”. Il presidente russo, autonomamente o su iniziativa del governo, avrà il potere di indicare una lista di paesi, nei confronti dei quali sarà possibile adottare misure restrittive scelte da un ‘menù’, che prevede:
1) cancellazione/sospensione di contratti tra controparti russe e cittadini o entità dei paesi non amichevoli in settori economici che saranno determinati dal presidente;
2) divieti/restrizioni all’importazione di beni o di materie prime, da determinarsi da parte del presidente, dai paesi non amichevoli o prodotti da entità di tali paesi;
3) divieti/restrizioni alle esportazioni di beni o di materie prime, da determinarsi da parte del presidente, dalla Russia verso i paesi non amichevoli;
4) divieti/restrizioni alla realizzazione di lavori e forniture, da determinarsi da parte del presidente, a soggetti pubblici russi da parte di cittadini o entità dei paesi non amichevoli;
5) divieti/restrizioni alla partecipazione, da parte di cittadini o entità dei paesi non amichevoli, a nuovi bandi pubblici per lavori e forniture in Russia, nonché alla privatizzazione di imprese di stato russe;
6) eventuali ulteriori misure determinate dal presidente. Si noti che tutte le misure riguardanti cittadini ed entità dei paesi non amichevoli si intendono estese a tutti i soggetti che siano da questi controllati o detenuti in misura superiore al 25%.
È di tutta evidenza che si tratta di misure potenzialmente dall’impatto assai rilevante, tenendo presente che la lista dei paesi non amichevoli include ex lege gli Stati Uniti d’America ma potrà includere qualsiasi paese applichi sanzioni nei confronti della Federazione Russa o sia ritenuto condurre azioni non amichevoli nei suoi confronti. Inoltre, la soglia del 25% di controllo potrà rendere le restrizioni applicabili anche a numerosi soggetti di paesi “amici” ma il cui capitale sia, ad esempio, detenuto oltre tale misura da soggetti statunitensi. Ipotizzando, a titolo di esempio, che l’Italia non venga considerata paese “non amichevole” ma gli Stati Uniti d’America sì, potrebbero incappare in restrizioni anche le imprese italiane il cui capitale sia detenuto in misura superiore al 25% da soggetti statunitensi.
In parallelo alla “Counter Sanctions Law” è iniziato nelle scorse settimane il percorso parlamentare di un altro disegno di legge, il n. 464757-7, che prevede l’introduzione di misure di carattere penale nei confronti di chiunque, sul territorio russo, contribuisca all’applicazione delle misure restrittive adottate da paesi terzi (USA e Unione europea su tutti). Al momento tale disegno di legge, dopo un’approvazione da parte della Duma in prima lettura, è stato rallentato nel suo iter da forti critiche da parte degli operatori economici e la seconda lettura non è al momento calendarizzata.
Il nostro Studio monitora eventuali successivi sviluppi sull’applicazione della Counter Sanctions Law e sull’iter parlamentare del disegno di legge n. 464757-7, restando fin d’ora a disposizione per i chiarimenti e gli approfondimenti del caso.