In data 21 giugno, l’UE ha imposto il congelamento dei beni e il divieto di circolazione a 8 alti funzionari birmani ai sensi del regolamento (UE) n. 401/2013 concernente misure restrittive in considerazione della situazione nel Myanmar, in quanto alti ufficiali delle forze armate birmane (Tatmadaw) e membri del Consiglio di amministrazione dello Stato, organo governativo costituito lo scorso 2 febbraio a seguito dell’illecita destituzione del governo democraticamente eletto da parte del Tatmadaw.
Il Consiglio ha inoltre inserito nella lista sanzionatoria 3 entità economiche – oltre all’organizzazione per i veterani di guerra del Myanmar – con l’obiettivo di continuare a colpire l’economia birmana alle sue fondamenta, in particolare nei settori delle gemme e del legno. Le entità per le quali il regolamento (UE) n. 401/2013 prevede il congelamento dei beni e il divieto di mettere a disposizione, direttamente o indirettamente, fondi e risorse economiche sono Myanma Gems Enterprise (alias Myanmar Gems Enterprise, entità responsabile, inter alia, dell’organizzazione delle aste e delle vendite speciali di giada e pietre preziose), Myanma Timber Enterprise (alias Myanmar Timber Enterprise, entità che gode in Myanmar di diritti esclusivi sulla produzione e sull’esportazione di legname) e Forest Products Joint Venture Corporation Limited, società che opera nell’industria del legname in Myanmar nel settore della trasformazione di teak e legno duro.
L’interscambio tra Italia e Myanmar è cresciuto fino al 2019, raggiungendo un valore complessivo di oltre 400 milioni di euro. La pandemia COVID-19 ha comportato un drastico calo per il 2020, tuttavia il legno tagliato e piallato, gioielleria e pietre preziose restano tra i prodotti più importati. La nuova tornata di sanzioni, pertanto, inciderà anche sull’attività delle imprese italiane.