RICONOSCIMENTO DA PARTE DELLA FEDERAZIONE RUSSA DELLE REPUBBLICHE DEL DONBASS. PRIMO ROUND DI SANZIONI USA

Il 21 febbraio il Presidente della Federazione Russa ha annunciato il riconoscimento delle autoproclamate Repubbliche Popolari di Doneck e Lugansk situate nel bacino del Donec (noto come Donbass), inviando contestualmente truppe con funzioni di peacekeeping.
Come previsto, la prima risposta a tale iniziativa è stata intrapresa dagli USA. Il Presidente Biden ha firmato il 21 febbraio stesso l’Executive Order (EO) Blocking Property Of Certain Persons And Prohibiting Certain Transactions With Respect To Continued Russian Efforts To Undermine The Sovereignty And Territorial Integrity Of Ukraine.

L’EO in questione espande il perimetro delle emergenze nazionali dichiarate negli EO 13660, 13661, 13662, 13685, 13849 e, in analogia a quanto già previsto con riferimento al territorio della Crimea, vieta:

• nuovi investimenti da parte di US persons, ovunque si trovino, nel territorio del Donbass (DNR e LNR, acronimi delle Repubbliche Popolari di Doneck e Lugansk direttamente translitterati dal cirillico e mantenuti anche nel testo statunitense);
• l’importazione negli USA, di beni, servizi o tecnologie da DNR o LNR;
• esportazione, riesportazione, vendita o fornitura, dagli USA o da US persons ovunque locate di beni, servizi o tecnologie verso DNR o LNR;
• approvazioni, finanziamenti, facilitazioni o garanzie prestate da US persons ovunque locate verso transazioni intraprese da qualsiasi foreign persons quando queste sarebbero vietate se eseguite da un US person o negli USA.
I divieti di cui sopra si applicano altresì alle altre regioni dell’Ucraina per le quali dovesse venire a cessare la piena sovranità dell’Ucraina e che potranno essere individuate dal Segretario del Tesoro insieme al Segretario di Stato (Covered Regions).
L’EO prevede anche la possibilità di designazione da parte del Secretary of Treasury (i.e., OFAC), con conseguente blocco degli asset, per chiunque (any person), compresi dunque anche soggetti non statunitensi, a far data dall’introduzione dell’EO: operi in DNR o LNR; sia figura apicale di aziende attive in DNR o LNR; sia un’entità posseduta o controllata da entità sanzionate in virtù dell’EO; abbia fornito supporto finanziario, materiale o tecnologico verso entità sanzionate in virtù dell’EO. Anche in questo caso, oltre a DNR e LNR, le restrizioni potranno valere anche per altre Covered Regions, qualora su di esse cessasse la piena sovranità dell’Ucraina.

Contestualmente, l’OFAC ha pubblicato una serie di licenze generali (General License – GL):

• GL 17: autorizza il wind down di attività coinvolgenti DNR o LNR (incluso il trasferimento di quote o proprietà di US persons verso non-US persons) fino al 23 marzo 2022;
• GL 18: autorizza l’esportazione e la riesportazione di beni agricoli, medicinali, dispositivi medici e relativi aggiornamenti software, parti e componenti (anche qualora acquistati da entità in Paesi terzi) specificamente destinati a DNR o LNR – ivi incluse attività relative a prevenzione, diagnosi o trattamento del COVID-19;
• GL 19: autorizza le transazioni relative alla ricezione o trasmissione di telecomunicazioni ed e-mail (ma non autorizza la fornitura di strumenti di telecomunicazione o di strumenti per la relativa trasmissione come reti satellitari) in DNR o LNR;
• GL 20: autorizza transazioni relative al business di Organizzazioni internazionali (quali ONU; Croce Rossa; OCSE) in DNR o LNR;
• GL 21: autorizza le rimesse e transazioni non commerciali verso o da DNR o LNR;
• GL 22: autorizza le esportazioni da USA o US persons ovunque locate di servizi relativi allo scambio di comunicazioni personali su internet quali instant messaging, chat, social networking. La fornitura di software da USA o US persons ovunque locate necessario a consentire lo svolgimento dei servizi sopra menzionati è autorizzata ai sensi della GL solo se questo è classificato EAR99 o 5D992.c.
Lo Studio legale Padovan segue attentamente l’evoluzione della crisi ucraina e fornirà appena possibile aggiornamenti sulla risposta dell’Unione europea all’annuncio del Presidente della Federazione Russa