RECENTI SVILUPPI IN MATERIA DI SANZIONI ECONOMICHE INTERNAZIONALI E ARBITRATI INTERNAZIONALI

Il perdurare delle misure restrittive imposte dall’Occidente nei confronti della Russia sta comportando la crescente instaurazione di procedimenti arbitrali da parte di società russe nei confronti delle società occidentali con cui esse avevano concluso contratti negli anni passati e che oggi sono colpiti dalle sanzioni occidentali.

In materia di anti-suit injunctions (“ASI”) – ossia di azioni inibitorie con cui una parte in causa mira ad ottenere un provvedimento che impedisca alla controparte di intraprendere o continuare un dato procedimento giudiziario in un altro Paese – particolare interesse riveste la recente sentenza Linde GMBH and Linde PLC v RusChemAlliance LLC HCCT 19/2023 [2023] HKCFI 2409 del 27 settembre 2023, nella quale la High Court di Hong Kong analizza una serie di ASI concesse da alcuni giudici in Russia e a Hong Kong. Nel caso di specie, RusChemAlliance voleva impedire lo svolgimento di un arbitrato nei suoi confronti presso l’Hong Kong International Arbitration Centre sostenendo che, per una società colpita dalle sanzioni occidentali, gli arbitrati con sede a Hong Kong non garantiscono più una risoluzione imparziale e indipendente delle controversie. La High Court di Hong Kong, tuttavia, respingeva tali argomentazioni, ribadendo che Hong Kong offre i requisiti di neutralità e imparzialità necessari per la risoluzione arbitrale delle controversie, in ottemperanza con le clausole arbitrali solitamente contenute nei contratti internazionali.

Sullo stesso tema, nel caso Deutsche Bank AG v RusChemAlliance LLC [2023] EWCA Civ 1144, la Court of Appeal del Regno Unito ha dovuto decidere se concedere o meno una ASI a seguito di un’azione inibitoria esperita da Deutsche Bank, parte di un procedimento arbitrale con sede a Parigi, per impedire la prosecuzione di una causa parallela intentata dalla controparte RusChemAlliance in Russia. Nel caso di specie, Deutsche Bank aveva concesso una garanzia bancaria, su richiesta di Linde GmbH e Linde Engineering, in favore di RusChemAlliance. Tale garanzia bancaria, in quanto retta dal diritto inglese, fondava la competenza giurisdizionale dei giudici inglesi a conoscere dell’ASI presentata da Deutsche Bank. La Court of Appeal, ribaltando la decisione del giudice di prime cure, ha quindi concesso tale injunction, sulla base del fatto che i) ciò non sarebbe stato incompatibile con il diritto francese e la giurisprudenza delle corti francesi che, in linea di principio, non prevedono la concessione di ASI; e ii) i giudici del Regno Unito possedevano giurisdizione su tale azione inibitoria. Con tale decisione, la Court of Appeal ha quindi confermato che le corti inglesi, di fronte a clausole arbitrali governate dal diritto inglese, applicheranno prontamente l’impegno sotteso a tali clausole di non iniziare in altri paesi (in particolare in Russia) un procedimento diverso dall’arbitrato.

In Russia, nel frattempo, le questioni legate alle clausole risolutive contenute in contratti internazionali conclusi tra società russe e società estere sono sempre più di attualità. Infatti, nel caso PJSC Rosneft v BP Oil International Limited (case No. А40-197598/23-68-1448), il Tribunale di Mosca ha acconsentito a valutare la richiesta di Rosneft con cui tale società vuole impedire o limitare l’arbitrato intentato da BP contro di essa. Tale decisione conferma dunque i tentativi di “rilocalizzare” in Russia le controversie che coinvolgono società russe, sulla scorta delle preoccupazioni circa l’equità e l’imparzialità dei tribunali stranieri.

Lo Studio Legale Padovan vanta un’esperienza ultradecennale nel settore delle sanzioni economiche internazionali e degli arbitrati internazionali – tanto nella fase di fronte al collegio arbitrale quanto in quella di esecuzione del lodo – ed è a disposizione delle imprese nel supportale su tali questioni.