AUTOREVOLEZZA E COMPETENZA: CONCLUSA LA PRIMA EDIZIONE DEGLI STATI GENERALI INTERNATIONAL TRADE COMPLIANCE

GRANDE ENTUSIASMO E CONTENUTI IMPORTANTI PER LA CRESCITA DELLA COMUNITÀ DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE. ECCO COSA ABBIAMO IMPARATO AL CONVEGNO STATI GENERALI INTERNATIONAL TRADE COMPLIANCE.

Facts and figures
2 giorni | 30 relatori, istituzioni | imprese ed esperti | 450 aziende | 1.000 partecipanti in sala e in streaming | 1 obiettivo: l’import export consapevole

Si è appena concluso il convegno STATI GENERALI INTERNATIONAL TRADE COMPLIANCE, la due giorni di testimonianze, confronti e workshop sulle tematiche più strategiche e le sfide più impellenti legate all’evoluzione del commercio internazionale, dell’export control e delle sanzioni economiche internazionali.

Competenze e confronto per comprendere le “regole del traffico”
Panel di esperti mondiali, giuristi specializzati, aziende leader e alti rappresentanti delle autorità italiane, europee e statunitensi hanno entusiasmato il pubblico in sala e in streaming. Un pubblico eterogeneo per formazione e nazionalità, statunitensi, israeliani, iraniani, turchi, europei a testimonianza della volontà di aprirsi al dialogo e al confronto costruttivo durante una due giorni, a ritmo serrato con 4 plenarie e 12 tavoli tecnici di approfondimento. 
Una confluenza ricchissima di competenze e visioni volta ad un comune obiettivo strategico: offrire e condividere riflessioni, indirizzi prospettici e proposte concrete sui temi più sfidanti del commercio internazionale del XXI secolo, a favore delle aziende e degli operatori del sistema, in un contesto geopolitico che vede un mondo diviso in isole – collegate tra loro da ponti, multilaterali o bilaterali – oggetto della rivalità sistemica tra Stati Uniti e Cina. Da qui l’impellenza di comprendere le “regole del traffico” per gestire in piena consapevolezza, con intelligenza e attenzione, gli scambi internazionali.

La regionalizzazione
In apertura lavori, Marco Padovan, ideatore del Convegno Stati Generali International Trade Compliance, ha tracciato il framework comune di riferimento. “Il mondo si è diviso e si è passati dalla fase della globalizzazione della pax americana ad una regionalizzazione valoriale (friendly shoring) dove ci si riunisce tra simili (like-minded) per elaborare le linee strategiche del commercio internazionale e proteggere i beni ad altissima tecnologia. “Small yard high fence” almeno per biotecnologie, intelligenza artificiale, quantum computer e semiconduttori. Controllo sulle esportazioni e sugli investimenti diretti così anche sugli investimenti all’estero per evitare che le tecnologie del futuro passino sotto il controllo dei rivali sistemici”.

La cooperazione internazionale
Il direttore di UAMA, Ministro Giorgio Aliberti, gestore del controllo degli investimenti a fini antiproliferanti e delle autorizzazioni al commercio internazionale di armamenti alle imprese italiane ha sottolineato come “La politica governativa di controllo deve essere in grado di conciliare l’esigenza della tutela della sicurezza nazionale e del rispetto della normativa internazionale con la protezione dei legittimi interessi economici delle imprese. Questa è probabilmente la maggiore sfida che le autorità competenti per l’attuazione e applicazione dei controlli devono affrontare – ha dichiarato il Ministro Aliberti – In questo contesto, la cooperazione internazionale è fondamentale. I Paesi dovrebbero condividere informazioni e coordinare gli sforzi di applicazione delle norme, come avviene in ambito UE, dove esiste una legislazione comune di riferimento, che fa capo al Regolamento 2021/821. Stabilire canali di comunicazione chiari e promuovere la trasparenza può aiutare a creare fiducia tra le nazioni, favorendo un regime di controllo delle esportazioni globali più solido”.

Cina, l’avversario strategico
Molte le considerazioni strategiche del Ministro Aliberti in materia di evoluzione del contesto geopolitico globale e dei relativi riflessi sul sistema europeo e italiano di controllo delle esportazioni e sul tema della sicurezza economica europea.“Nell’ ottica USA, sebbene la Russia rappresenti in questo momento il principale avversario, il vero antagonista strategico rimane la Cina, la cui crescita economica, militare e tecnologica, insieme al suo programma di fusione civile-militare, sono visti come la principale minaccia alla sicurezza nazionale americana – ha aggiunto il Ministro – Per alcuni Paesi, tra cui gli USA, è possibile implementare unilateralmente nuovi controlli a livello nazionale – ed è ciò a cui stiamo assistendo, con riferimento a settori come i semiconduttori, l’intelligenza artificiale, il quantum computing o la manifattura additiva, che sono stati identificati come particolarmente sensibili dall’Amministrazione USA e inseriti in diversi recenti provvedimenti normativi, molti dei quali hanno come target specifico la Cina continentale, Hong Kong e Macao. Tale opzione è però più difficile da praticare per gli Stati Membri UE, il cui sistema di controllo sui beni duali è improntato a una normativa comune, il Reg. (UE) 2021/821, e a una lista di beni, l’Allegato 1 dello stesso Regolamento, che è diretta emanazione delle decisioni dei Regimi internazionali di controllo”.

La mitigazione del rischio
Emerge chiaramente la priorità UE di sviluppare una solida politica tecnologica strategica, che tenga conto dell’alto livello di interconnessione che esiste tra la propria economia e quella del gigante asiatico e al tempo stesso la protegga da intrusioni indesiderate in un’ottica di de-risking piuttosto che di disaccoppiamento (de-coupling).
Durante il workshop “Presente e futuro nei rapporti dell’Occidente con la Cina” moderato da Marco Zinzani, Co-head Trade Compliance Team – Studio Legale Padovan, i relatori hanno sottolineato che la Cina è partner dei Paesi europei su temi di comune interesse globale, ma al contempo il vero concorrente economico e il più temuto rivale strategico. 
Da questa considerazione, la raccomandazione chiave: la necessità per le imprese attive sul mercato cinese o che fanno affidamento su catene di approvvigionamento in Cina, di adottare misure di mitigazione del rischio.

Lo scontro USA-CINA
Lo scontro reale è tra USA e Cina, potenza egemone e potenza emergente, come Atene e Sparta del 431 a.c.. La “Trappola di Tucidide” che predica l’inevitabilità dello scontro armato in questi casi. Le sanzioni e la protezione delle tecnologie sono forse la chiave per disinnescare la trappola assieme al dialogo diplomatico” ha commentato Marco Padovan.

TO BE CONTINUED…