VENEZUELA: L’INSTABILITÀ POLITICA METTE A RISCHIO L’ALLENTAMENTO DELLE SANZIONI USA

Il 18 ottobre 2023, l’Office for Foreign Assets Control (“OFAC”) aveva approvato una serie di “General License” – tra cui la General License 44 di cui avevamo scritto qui – con le quali gli Stati Uniti avevano temporaneamente sospeso l’efficacia di alcune misure restrittive contro il Venezuela, a fronte dell’impegno del governo di Caracas di permettere libere elezioni nel corso del 2024, secondo quanto pattuito in un accordo tra USA e Venezuela raggiunto a Barbados a ottobre 2023.

Più precisamente, il parziale alleggerimento delle restrizioni USA interessava soprattutto il settore dell’oil&gas e dell’oro venezuelano, principali fonti di ricchezza del Paese latino-americano.

Tale allentamento non aveva ancora portato alla possibilità di riprendere, senza incorrere in un rischio sanzionatorio statunitense, qualsiasi rilevante operazione del settore petrolifero, del gas e dell’oro venezuelano; piuttosto, aveva permesso soprattutto operazioni di compensazione di debiti e crediti connessi a società venezuelane operanti in tali settori e controllate dal governo del Venezuela.

Tale apertura, benché limitata e temporanea, lasciava presagire spiragli di miglioramento della situazione venezuelana e di una graduale maggiore apertura all’operatività nel Paese nel corso del 2024. Se infatti l’amministrazione statunitense, da un lato, aveva aperto a un possibile rinnovo e/o espansione delle licenze dopo sei mesi dalla loro pubblicazione, anche altri Stati “occidentali” si erano mossi verso un miglioramento delle proprie relazioni con il Venezuela. L’Unione europea, per esempio, pur dopo lo “scontro” giudiziale di settembre 2023 presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea tra Consiglio e governo venezuelano (sentenza C/T-65/RENV, di cui avevamo riferito qui), a novembre 2023 ha deciso di rinnovare le sanzioni UE contro il Venezuela per sei mesi (anziché un anno, cfr. link), aprendo dunque alla possibilità di rivedere in melius la posizione del Paese governato da Maduro.

Il clima di potenziale riapertura in Venezuela, rispetto al quale molti operatori italiani ed europei prestavano e continuano a prestare molta attenzione, ha tuttavia subito una recente battuta d’arresto. Il 26 gennaio 2024, infatti, il Tribunal Supremo de Justicia, organo giurisdizionale supremo in Venezuela e vicino al governo, ha impedito alla candidata d’opposizione Maria Corina Machado di registrare la propria candidatura alle elezioni presidenziali del 2024, con l’accusa di cospirazione e corruzione.

Gli Stati Uniti, attraverso il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller, hanno emesso un comunicato il 27 gennaio 2024, annunciando di ritenere tale decisione come incompatibile con l’impegno di Maduro di garantire libere elezioni, e dichiarando che gli Stati Uniti “stanno rivedendo la propria politica sanzionatoria contro il Venezuela”.

Coerentemente con tale annuncio, il 29 gennaio 2024, l’OFAC ha pubblicato la General License 43 A che supera e abroga la General License 43, la quale autorizzava alcune operazioni con l’entità venezuelana CVG Compania General di Mineria de Venezuela VA, attiva nel settore dell’oro. In particolare, la nuova General License 43 A anticipa al 13 febbraio il venir meno di tutti i benefici concessi a tale entità dalla precedente General License 43.

A fronte di tale mutamento di approccio dell’amministrazione statunitense, appare dunque sempre più difficile immaginare una totale riapertura del mercato oil&gas e minerario venezuelano nel 2024; allo stesso tempo, va osservato come non sia ancora intervenuta una chiusura totale all’allentamento delle misure restrittive iniziato a ottobre 2023.

I professionisti dello studio legale Padovan, con un’esperienza ultradecennale in tema di sanzioni economiche internazionali e di regimi di controllo dei commerci, potendo anche contare su un ampio network di corrispondenti internazionali esperti, tra l’altro, di normativa statunitense, rimangono a disposizione per supportare operatori commerciali e finanziari nelle proprie transazioni con il Venezuela, mantenendo sempre monitorata la situazione geopolitica e sanzionatoria in connessione col Paese latino-americano.